2011 o 1984?

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George Orwell

L’estrema attualità dei temi di George Orwell. La rassegna perugina ‘Bagliori d’Autore’ ha ricordato in autunno lo scrittore inglese

di Matteo Bianchini

Il novembre del 2010 ha visto riproporre a Perugia la rassegna ‘Bagliori d’autore’ dedicata ogni stagione ad un artista diverso. Il protagonista di quest’anno è stato George Orwell, autore di libri cult come La Fattoria degli animali e 1984. Lo scrittore inglese, scomparso nel 1950, è stato ricordato tramite dibattiti, conferenze e spettacoli teatrali curati dalla Compagnia dell’Aurora di Perugia. La rassegna ha quindi fornito un utile spunto di riflessione: le nefaste previsioni profetizzate da Orwell erano frutto di pura fantasia? O forse l’angoscia dello scrittore nei confronti della manipolazione della realtà e del controllo tecnologico della popolazione da parte del Potere scaturiva dalla conoscenza di metodi governativi reali?

Analizzando la realtà si possono notare, in numerosi ambiti, inquietanti affinità con lo Stato di Oceania di 1984 a cominciare ad esempio dalle guerre e le loro controverse motivazioni, magari legate all’esistenza di ‘nemici pubblici’ da combattere, proprio come il fantomatico Emmanuel Goldstein del romanzo: “(Goldstein) era stato il supremo traditore, il primo che avesse osato profanare la purezza del Partito. Tutti i delitti che erano stati commessi in seguito contro il Partito, tutti i tradimenti, gli atti di sabotaggio, le eresie, le deviazioni erano sorti direttamente dal suo insegnamento. Era ancora vivo, in qualche parte del mondo, e stava preparando le sue cospirazioni”. Sembrerebbe difficile non paragonare questa descrizione all’odierno Bin Laden le cui affermazioni minacciose vengono fatte scorrere nei tg proprio come accadeva per Goldstein durante i ‘due minuti d’odio’ quotidiani in cui il suo volto veniva proposto in filmati, spesso contraffatti dal Partito, con l’obiettivo di suscitare la rabbia della popolazione e l’accettazione della guerra. Riguardo ai video di Al Qaeda scrive il giornalista Maurizio Blondet nel suo libro dal sibillino titolo ‘Israele, Usa, il terrorismo islamico‘: “quei filmati vi sono stati mostrati migliaia di volte nei tg e negli speciali televisivi. Con l’aggiunta delle immagini di Osama Bin Laden a cavallo, che tanto impressiona – come ieratica figura del Male – ogni telespettatore. Sicuramente ricorderete quel che ci fu detto: ‘sono video fortunosamente ritrovati in un covo di Al Qaeda dai militari americani’. Ebbene: autore, produttore e regista di quei video è Jonathan Keith Idema, soldato di ventura e famigerato imbroglione …. che nel 2002 riuscì a vendere i suoi filmati alla rete televisiva CBS”.

Restando in tema si possono considerare gli ‘auto-attentati’ a cui il Socing (il Partito del Grande Fratello orwelliano) sottoponeva le sue stesse città al fine di incolpare lo Stato nemico: “Le bombe-razzo che cadevano ogni giorno su Londra dovevano essere lanciate dallo stesso Governo dell’Oceania soltanto per mantenere la gente nel terrore”. Si può creare in tal senso un parallelismo con l’allarme per l’antrace ufficialmente ‘proveniente dall’Iraq’: si appurò poi – riporta Blondet – “che le spore, militarizzate con un procedimento assai sofisticato, venivano dal laboratorio militare di Fort Detrick, Maryland, (Usa). Da allora la notizia è scomparsa”. Ma l’esempio più evidente riguarda gli enormi dubbi sull’11 settembre 2001 e sugli attentati di Londra e Madrid, le cui tesi governative sono da anni oggetto di critiche da parte di decine di siti e ricercatori indipendenti. In questo caso può essere utile menzionare il titolo di un altro libro di Blondet: ‘11 settembre, colpo di Stato in USA‘.

E si pensi al concetto di ‘guerra infinita’ elaborato dalle potenze occidentali proprio dopo i fatti del 2001. Sembrerebbe ricordare fedelmente e sinistramente quei passi di 1984 in cui Orwell osservò: “La guerra è, essenzialmente, un modo di fare a pezzi…quei materiali che altrimenti si sarebbero potuti usare per render più comoda la vita delle masse e, quindi, a lungo andare, renderle anche più intelligenti” per proseguire con “sarebbe altrettanto semplice…produrre vaste quantità di beni e poi distruggerle appiccando incendi. Ma tutto questo servirebbe soltanto ai bisogni economici e non a quelli psicologici di una società gerarchica” e concludere con: “(i gruppi direttivi) sanno benissimo come sia necessario che la guerra duri per sempre e senza vittorie”.

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Nato a Sanremo (Imperia) si è laureato in Geografia all’Università di Genova ed ha conseguito la Laurea Triennale in Scienze Biologiche all'Università di Perugia. Tecnico e dirigente di associazioni sportive in Liguria, è originario per via paterna di un piccolo borgo dei Monti Sibillini e risiede per gran parte dell'anno in Umbria. Collaboratore del Perugia Free Press dal 2009, si occupa di temi socio-politici con una particolare attenzione all'altro lato, quello nascosto o volutamente sottaciuto, dei fatti di cronaca non solo locale. Collabora con lo studio giornalistico Consulpress nel web content management. Ha esperienza come consulente web development e account.