L’Italia è un Paese senza speranza? Alla luce di quest’ultima diatriba scatenata dall’annuncio del Presidente del Consiglio di voler dare il via alla realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina, anche Padre Pio direbbe proprio di SI’!
Tiro incrociato sul “Bomba”, soprannome che perseguita Renzi dal periodo scolastico per l’abitudine di spararle grosse, da tutte le angolazioni. Si è andati a riesumare persino una frase attribuita ad Oriana Fallaci, la quale sembra avesse affermato che ad ogni tornata elettorale italiana si sarebbe scaduti a parlare del Ponte sullo Stretto, a dimostrazione di quanto influente fosse la mafia sul quadro politico italiano. Nota a margine per la signora Oriana. Davvero strano Paese il nostro! Da viva la schifavano anche i lebbrosi, adesso, molto tardivamente, (quasi) tutti si rendono conto di quanto valesse. Mah!
Le organizzazioni malavitose, cari novelli “catoni”, non hanno mica necessità del Ponte per far lievitare i loro affari, sapete? La ‘ndrangheta, tanto per dire, è l’organizzazione criminale occidentale più potente (Gratteri dixit!) e comunque allungherebbe i suoi tentacoli su qualsiasi altra “grande opera” in Calabria, ma anche a Milano. E a Messina, Stidda e Mafia farebbero altrettanto. Ed allora? Seguitiamo al gioco delle belle statuine? Tutto perennemente bloccato per colpa della coscienza sporca che ci portiamo indosso, quando la moralizzazione vera non viene mai intrappresa, neppure ai livelli più infimi della Pubblica Amministrazione, soprattutto, e del cosiddetto comparto del privato, nemmeno a discuterne?
E parliamo finalmente di un Paese serio, la Turchia. Ora, vero è che Erdogan, premier turco, non si rechi in Parlamento a chiedere consensi di sorta, ma è mai possibile che, Berlusconi o Renzi alla guida governativa, ma chisseneimporta, in Italia (politicanti e chi li vota, pari sono!) non si arrivi ad albergare almeno una volta nella nostra storia recente una minima dose di buon senso, se non di amor patrio?
Sul Bosforo si affacciavano già altri due ponti, che smaltivano quotidianamente 600.000 veicoli al giorno. Ma ciò non bastava per decongestionare l’enorme mole di traffico. Soluzione. Il 29 maggio 2013, in ricordo del bruciante tonfo subito dalla cristianità tutta nel 1453 per mano di Maometto II con la caduta di Costantinopoli, Erdogan apriva i cantieri del terzo ponte, affidandone i lavori alla ICTAS turca e alla ASTALDI italiana con una commessa di 3 miliardi di euro, intimando loro di completarne i lavori entro lo stesso giorno di 3 anni dopo. Ciliegina sulla torta per la straordinaria competenza ingegneristica italiana universalmente riconosciuta (evidentemente non apprezzata dai nemici delle “grandi opere”, a prescindere) : una sola società al mondo con sede a Cividale del Friuli è capace di realizzare i manufatti in cemento necessari all’uopo, ove far passare i cavi, con tolleranze micrometriche.
Bene, seguitiamo. Non è stata rispettata appieno la data fissata, e però, dato che gli eredi degli ottomani non fanno mai niente a caso, l’inaugurazione in pompa magna del capolavoro italo-turco è stata spostata al 25 agosto 2016, giorno di BUYUK TAARRUZ, in cui avvenne la battaglia di DUMLUPINAR, quando Ataturk lanciò la “Grande offensiva” contro i greci, nel 1922, ristrappandogli la parte di Tracia, che il Trattato di Sèvres gli aveva assegnato, collegando finalmente la sponda orientale, Poyrazkoy, a quella occidentale, Garipce, con 8 corsie disposte su una carreggiata di 59 metri, per una lunghezza pari a 1.400 metri, arricchito da 2 linee ferroviarie, il tutto retto su colonne alte 322 metri (più della Torre Eiffel). Un’opera magnifica, corredata da un successo propagandistico enorme, appena dopo il (finto!? e prontamente sventato) colpo di stato del 15 luglio scorso.
Capito come funzionano le cose a quelle latitudini? Ancora no?… Leggi di più (testo integrale)
Tratto da: https://leandro283.wordpress.com/2016/09/28/ponti-sullo-stretto-italia0-turchia-3/
Leandro Raggiotti
Perugia, 28 settembre 2016