Ai responsabili dell’istruzione, i quali, dal ’68 ad oggi hanno posto in atto le più disparate strategie per operare la cancellazione di ogni memoria storica se non quella (esageratamente) partigiana della Guerra civile che insanguinò il nord Italia dal 1943 al 1947 (le rappresaglie rosse durarono ben oltre la data ufficiale della fine delle ostilità, il 25 aprile), attribuisco gran parte del disastro culturale e sociale che sta disgregando il nostro Paese. Perchè sia indispensabile trasmettere la storia con le sue date, lo dimostra il fatto che ai popoli smemorati ritorna improvvisamente la stessa, quando finiscono impelagati in avvenimenti catastroficamente sanguinosi come i conflitti in cui stiamo per essere gettati dagli affaristi di Bruxelles, Parigi, Londra e Washington.
Roma neppure la nomino, visto che seguitiamo a soffrire della sindrome della sconfitta e del tradimento inoculatici dalla “fellona” monarchia Savoia, che lasciò in braghe di tela centinaia di migliaia di soldati sotto il piombo dei sedicenti Alleati e degli inferociti tedeschi, scappandosene a Brindisi nel mese di settembre del 1943. Bene, e si fa proprio per dire, ed iniziamo. Nel 480 a.C., Serse I, re dei persiani, tentò l’impresa di conquistare l’Europa (che progetto antico da parte dei nostri dirimpettai asiatici, vien subito da dire!! e non vi suona familiare e molto simile, inoltre, agli odiierni e lampanti tentativi del dittatore turco Erdogan, il quale con una mano carpisce i miliardi d’euro da un debole e strapagato, con le tasse imposteci, Parlamento europeo e con l’altra ci finanzia ed arma i combattenti (…)?) e sarebbe pervenuto a capo dell’opera se non avesse trovato sul suo cammino gli intrepidi 300 (forse erano quattro volte tanti, ma alla fine poco importa, ciò che conta è il valore dell’impresa), capeggiati da un leone ruggente, qual era il re spartano Leonida. Necessariamente presentato detto preambolo, veniamo al dunque del presente articolo, però. I parallelismi sono evidenti tra gli avvenimenti di 2500 anni fa e quelli che scorrono ogni giorno sotto i nostri spaventati e stupiti occhi.
Quello che ci manca è un Leonida, che (senza compenso alcuno, si badi bene) si immolò per la salvezza non solo del suo popolo ma perfino di quelli che geograficamente si trovavano più su. Leonida, a detta mia, potrebbe essere reincarnato da Magdi Cristiano Allam, cui nel 2008 Benedetto XVI, senza un imprescindibile cammino di conversione alla scoperta del Battesimo, concesse, per l’appunto, lo stesso. La precisazione si imponeva, ma non voglio entrarvi ancor più nel merito. Il fatto è, invece, che, mancando una figura carismatica nel panorama nazionale, la quale sappia con precisione di cosa si stia parlando quando si tratta di islam, Magdi Cristiano Allam potrebbe benissimo incarnare l’essenza di un leader di cui per ora non si intravede traccia neanche nel più lontano orizzonte politico italiano. E’ nato in Egitto da una famiglia maomettana, ha frequentato una scuola cristiana, vive in Italia dal 1972. Se non dimostrerà attaccamento sospetto alle mirabolanti prebende dei nostri politicanti e si candidasse ancora alla testa di un movimento, magari fondendosi con il nascente Popolo della famiglia, reputo che potrebbe raccogliere consensi a mani basse. Oh, ma sia chiaro, che ogni euro che dovesse mai percepire per la sua nuova ed auspicabile attività per il bene comune dovrà finire in un fondo di solidarietà per gli italiani bisognosi e non nel suo conto corrente.
Solo con questa persona e la granitica certezza che non si trasformi nell’ennesimo arrampicatore alla greppia partitica, forse ritornerà ai seggi elettorali quel 50% di aventi diritto che seguita a disertare le urne elettorali e si potrebbe finalmente legnare con soddisfazione quel terrifico ed improponibile centauro, che risponde al nome di cattocomunismo e che tanta rovina si intigna a causarci, sfacciatamente scavalcando il giudizio di milioni italiani, complici tutti i cosiddetti poteri forti.
Leandro Raggiotti