Gothic Polvese

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Monastero San Secondo

L’apertura fuori stagione ha permesso di vivere un pomeriggio da ricordare. Notevoli suggestioni per chi si è addentrato nella parte più nascosta dell’isola

di Matteo Bianchini con la collaborazione di Adriano Massettini 

Adriano Massettini

Il lago grigio e la sua malinconica calma pomeridiana sembravano fondersi col cielo plumbeo in quella vigilia di Natale. Dal molo deserto vedevamo l’isola davanti a noi, vicina e lontana, sfuocata dalla pioviggine ed illuminata ad intermittenza dalle luci della festa. Una festa mesta avrebbero detto i Marlene Kuntz. La traversata fu breve e sinistramente tranquilla come nell’Isola dei morti di Bocklin. Ci sembrò di sbarcare in un mondo nuovo, strano ed isolato, una sorta di luna park galleggiante collocato in un anomalo contesto. Eravamo stati più volte a Polvese ma solo d’estate.

Pensavamo di andare subito incontro ad inedite visioni invernali invece ci accolse uno scenario quasi artefatto in cui orchestre e giocolieri evocavano atmosfere felliniane esibendosi davanti ad un Babbo Natale annoiato ed un pubblico assente. Ci addentrammo così nell’isola per scoprire la sua vera essenza. Stava per calare la sera, la musica e le luci erano ormai un’eco a distanza. Attorno alla piscina delle piante acquatiche, fredda e spoglia, gli ulivi contorti lasciavano intuire la fatica spesa per vincere la gravità. Non c’era anima viva ma solo una sensazione umida e qualche brivido, tra lo spezzarsi dei rami fradici ed i versi di animali lontani, forse le anime di quelli uccisi dai nobili di Polvese durante le loro battute di caccia.

Il campanile del monastero abbandonato di San Secondo si stagliava al tramonto in un cielo da neve assieme ad un grande albero spoglio dai cui rami secchi ci osservavano inquietanti uccelli neri. Un quadro di Friedrich prendeva forma davanti ai nostri occhi, una fiaba gotica degna de I racconti della cripta od un brano di Edgar Allan Poe. La casa merlata spuntava dal boschetto, sulla costa di fronte erano già accese le luci della notte. Riscendemmo sulla riva in corrispondenza della punta che guarda Castiglione. Nell’ultimo chiarore del giorno, come nell’Urlo di Munch, ci sembrò di avvertire l’energia del lago concentrarsi in quel punto e sentire il pianto della Ninfa Agilla per l’amato suo principe Trasimeno. Camminavano nell’oscurità vicino al canneto immersi in un silenzio assordante squarciato dai versi striduli di uccelli tuffatisi fragorosamente in acqua per catturare la preda.

In breve tempo arrivò il buio completo ma scorgemmo fra i rami la cometa accesa sulla torre per la festa. Riprese però a piovere copiosamente. Tutti abbandonarono l’isola, nessun turista sarebbe più arrivato. Non c’era la calma dell’andata, spirava un vento gelido e l’acqua appariva increspata. A metà del tragitto il Trasimeno ci riservò una delle sue improvvise tempeste. Mai attraversato il lago di notte. L’imbarcazione illuminata doveva apparire all’esterno come una lanterna nel buio sballottata dai flutti. Ci vennero in mente le ballate di Capossela sulle anime dei naufragati. Anche se gli orchestrali seduti a poppa, aggrappati ai loro strumenti, assomigliavano piuttosto ai loro colleghi alla deriva nella pubblicità di un noto amaro. La fase critica passò e giungemmo al molo, rientrando nella civiltà dei vivi. In fondo non era tardi, tutta la sera era ancora davanti. Un ultimo sguardo e l’isola, col suo effimero paese dei balocchi, si perdeva ormai lontana, sfumata visione onirica immersa nell’oscurità alle nostre spalle.

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Nato a Sanremo (Imperia) si è laureato in Geografia all’Università di Genova ed ha conseguito la Laurea Triennale in Scienze Biologiche all'Università di Perugia. Tecnico e dirigente di associazioni sportive in Liguria, è originario per via paterna di un piccolo borgo dei Monti Sibillini e risiede per gran parte dell'anno in Umbria. Collaboratore del Perugia Free Press dal 2009, si occupa di temi socio-politici con una particolare attenzione all'altro lato, quello nascosto o volutamente sottaciuto, dei fatti di cronaca non solo locale. Collabora con lo studio giornalistico Consulpress nel web content management. Ha esperienza come consulente web development e account.