Abusi edilizi: quando il Comune funziona

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In caso di abusi edilizi l’Ufficio Controlli del Comune è preposto ad intervenire, basta segnalare via mail l’irregolarità riscontrata, meglio se con una foto allegata.

di Maurizio Vignaroli

PERUGIA – Recentemente parlavo con un amico napoletano a proposito degli usi e costumi del nostro bel paese. La conversazione iniziò con il diverso uso del casco per i conducenti degli scooters, a Perugia si usa metterlo a Napoli no. Proseguì con l’uso delle cinture in auto, a Perugia si mettono a Napoli no e con il numero dei passeggeri trasportati dietro agli scooters, a Perugia uno a Napoli dai due ai tre. Quando inevitabilmente la conversazione cadde sugli abusi edilizi, a Perugia a volte ci sono a Napoli sicuramente ci sono.

“Pensa – mi raccontava – chi ha un terreno agricolo ma desidera avere una casetta per esempio ad un piano, colloca sul terreno prima un pezzo di latta, poi un’altro e un’altro ancora, infine ne mette alcuni a mo’ di tetto fino a realizzare un bel capanno di latta. Passa un po’ di tempo (in genere dai 6 ai 12 mesi) e d’incanto, una mattina, togliendo il capanno rimane una bella villetta in cemento e mattoni”.

Qui non sembra che siamo arrivati a questo punto ma secondo Patrizia Stefani, che con Daniele Pizzichini sono responsabili dell’Ufficio Controlli del Comune di Perugia, la città non è priva di abusi edilizi.
“I casi, anche se non eclatanti, riguardano prevalentemente la periferia – spiega la signora Stefani – ed in particolare coloro che hanno una corte di terrenno annessa alla propria abitazione. Spesso dobbiamo intervenire su manufatti adibiti a pollai fino ad arrivare a capannoni o abitazioni ampliate o sopraelevate  realizzati senza alcuna autorizzazione. Spesso le opere non sono sanabili  – continua la funzionaria –  in quanto quasi tutta Perugia è sottoposta a vincolo paesaggistico. In alcune attività commerciali si segnalano tettoie abusive ed anche il centro storico di Perugia non è privo di casi di abusivismo”.

Da un’indagine diretta in centro storico abbiamo potuto constatare la tendenza a una singolare pratica messa in atto con la complicità di compiacenti ditte artigiane. La pratica consisterebbe nel modificare i finestrini posti su muri perimetrali di antichi palazzi risalenti anche al 1300 – 1400 che con la tecnica della “tela di Penelope” vengono ingranditi togliendo 2 o 3 mattoni al giorno. Così nel giro di un week end le piccole aperture, per lo più abusive anche quelle, si trasformano in comode finestre dalla superficie aumentatata anche di 4 volte l’originale. Un modo pratico ma abusivo per dotare di finestra bagni o angoli cottura in barba alle autorità e ai vicini.
“Gli abusi edilizi – ricorda Patrizia Stefani – sono spesso un reato penale” e vengono segnalati alla Procura che può avviare adeguate indagini in merito. In molti casi queste pratiche sono effettuate in malafede e in disprezzo delle regole, confidano nell’omertà generale o nel mancato controllo da parte degli uffici competenti. Per fortuna a Perugia l’Ufficio Controlli funziona e pure bene.