Cannara: “Riconosciamo il vitigno della vernaccia”

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A sostegno uno studio dell’ateneo perugino sull’uva Cornetta da cui si ottiene questo vino

Cannara – Ha antichissime origini nel territorio e i produttori di vino sono custodi della sua tradizione. La Vernaccia di Cannara è oggi al centro di un percorso di valorizzazione che vuole portare al riconoscimento del vitigno autoctono da cui si ottiene, quello dell’uva Cornetta, e alla sua conseguente iscrizione nel registro nazionale delle varietà di vite. Di questo si è discusso, giovedì 31 marzo, nella tavola rotonda che ha aperto a Cannara la Festa della Vernaccia, in programma fino a domenica 3 aprile e promossa dalla sezione Avis comunale ‘Lucio Pasqualoni’ con la collaborazione della proloco e il patrocinio comunale. All’incontro, insieme al primo cittadino cannarese Fabrizio Gareggia hanno partecipato l’oxologo Angelo Valentini, il presidente nazionale di Assoenologi Riccardo Cotarella e il professore dell’Università degli Studi di Perugia Alberto Palliotti che ha illustrato i risultati scientifici della ricerca che l’ateneo ha condotto. Presenti, inoltre, per Cia Umbria, che accompagna l’amministrazione nella promozione del prodotto, il direttore Catia Mariani e Walter Trivellizzi.

Nel vivo la festa che celebra il prodotto tradizionale del territorio fino a domenica 3 aprile

La Vernaccia di Cannara – ha dichiarato Gareggia – oltre al futuro rappresenta un passato molto importante, una tradizione. È un po’ l’essenza del nostro territorio, una produzione di grande qualità e poca quantità. Stiamo lavorando per ridare la giusta dignità a questo prodotto molto diffuso in tutte le cantine, che ha una sua identità. Per questo oggi costituiamo anche un’associazione che sarà partner del Comune nel percorso verso il tanto agognato riconoscimento”. “È un vino da dessert, da meditazione, da fine pasto, da salotto – ha commentato Valentini –, ma soprattutto è un prodotto legato alla storia: ne parla Plinio, Sante Lancerio, bottigliere di papa Paolo III Farnese, Andrea Bacci e recentemente Luigi Veronelli. Poi credo abbia avuto come alfiere Angelo Paracucchi, il grande cuoco originario di questa città che lo ha fatto bere a capi di Stato portando in giro quello che producevano qui i suoi fratelli”.

 

Dallo studio – ha spiegato Palliotti – è emerso che il vitigno uva Cornetta è autoctono del territorio di Cannara. Attraverso l’analisi molecolare e l’inserimento dei dati sui principali database nazionali ed europei è risultato che il profilo molecolare è autoctono. Il problema adesso è tirarlo fuori dall’anonimato. In questo momento la Cornetta non esiste, nel senso che non è iscritta al registro nazionale delle varietà di vite da vino. L’obiettivo è quello di preparare un dossier da mandare al ministero competente per chiedere la necessaria iscrizione. Questo riconoscimento servirebbe anche ad allargare la scarsa pattuglia di vitigni autoctoni in Umbria che sono quattro, Grechetto, Trebbiano spoletino, Sagrantino e Grero”.

Il successo di un vitigno – ha commentato Cotarella –, prima che dall’elemento gustativo viene dalla sua storia, creata dall’uva ma anche dal territorio in cui nasce. Se grazie al lavoro fatto dall’Università di Perugia si arriva alla conclusione che la Cornetta è un vitigno tipico caratterizzante il territorio e il vino che ne deriva, allora questa è una cosa che siamo in dovere di portare avanti”.

Gli appuntamenti della manifestazione proseguono tra arte ed enogastronomia, venerdì primo aprile al Museo Città di Cannara alle 18 con la visita ad alcuni dipinti restaurati del XVIII secolo e alle 20 per l’iniziativa degustativa ‘ La Vernaccia e i vini da meditazione incontrano l’arte’. Dalle 19.30 sarà anche attivo lo stand gastronomico Al cortile antico, mentre dalle 21.30, spazio a musica e intrattenimento in piazza con Walter Baldacchini.

Carla Adamo