Le nuove disposizioni circa l’orario provvisorio degli autobus scoraggiano l’uso del trasporto pubblico da parte degli anziani
di Maurizio Vignaroli
PERUGIA – Questa emergenza dovuta al coronavirus non finisce di sorprenderci. Non bastano i repentini cambi di disposizioni: “aprite tutto”, “chiudete tutto”, “le mascherine sono inutili”, “le mascherine sono obbligatorie”, “riaprire solo alcuni negozi”, “richiuderre solo pub e bar dopo le 21,00” ecc.
In queste condizioni, qualche genio dell’amministrazione pubblica si è pure inventato un metodo che di fatto scoraggia l’utilizzo degli autobus in generale e da parte degli anziani in particolare.
Dal 4 maggio infatti chi prende un mezzo pubblico alla fermata sotto casa, non sa quando passa, nè se è già passato e nè se ha saltato la corsa in quanto non trova più il classico orario sulla bacheche ma al suo posto c’è invece un codice QR (e in alternativa un chilometrico indirizzo https) utilizzabile solo con uno smartphon.
Evidentemente in questi giorni particolari qualcuno si è lasciato influenzare oltre che dal virus cinese anche dalle loro abitudini, è noto che in Cina tutto si fa con il codice QR ma se facessimo un sondaggio tra i passeggeri umbri che abitualmente prendono gli autobus, non stupirebbe se risultasse che pochi sanno cosa sia un tale codice.
Si tratta di un quadratino fatto da una specie di geroglifici che ha anche un suo fascino estetico ma sorattutto, puntandoci sopra l’obbiettivo del cellulare, consente di scaricare un file PDF in cui appare virtualmente l’orario agognato.
Credo che non sia difficile, neppure per il nostro apprendista Einstine, immaginare che un anziano non sempre è un esperto di smatphon, difficilmente sa utilizzare bene la camera di un cellulare e rarissimamente ha, prima d’ora, incontrato nella sua vita un codice QR.
Sfugge anche il motivo logistico di una simile scelta in quanto il foglio che riporta le disposizioni per l’uso del codice è stato apposto sulle fermate proprio in sostituzione all’orario tradizionale. A quel punto non valeva la pena collocarci direttamente l’orario nuovo stampato così che tutti lo avrebberio potuto legge?
A meno che non si sia intenzionalmente voluto limitare l’utilizzo degli autobus con una scusa ad hoc, riducendo agli utenti anziani la possibilità di muoversi in modo autonomo, non sembra che colui che ha proposto una simile pensata sia dotato della sensibilità necessaria per svolgere un’importante servizio quale quello di organizzare una rete di trasporto. E’ risaputo che gli autobus sono prevalentemente utilizzati da soggetti che non hanno altre alternative per potersi spostare, complicarne l’uso in questo modo significa spingere l’utente più debole a non usufruirne.
E la cosa sta funzionando alla grande. Nelle linee “P”, “O “e “F” su cui abbiamo effettuato la nostra indagine, è risultato che non vi sono praticamente più utenti anziani a bordo. Inoltre, per la gioia di chi desidera fare un viaggio gratuito riciclando all’infinito il biglietto, abbiamo constatato che in molte vetture la macchinetta per timbrarlo è rimasta nella zona transennata (vicino al conducente) nella quale è preclusa la salita. Accanto è stato però collocato un improbabile avviso invita ad annullare autonomamente il proprio biglietto, evidentemente con la penna apponendovi data e ora di utilizzo (quanti lo faranno?).
Non era possibile ricollocare il dispositivo per “l’obliterazione del biglietto” in un posto più consono, magari nella parte posteriore dell’autobus? Mistero dei trasporti… rendiamo grazie al responsabile, a noi rimane solo di arrenderci difronte al quoziente intellettivo del nostro genio pubblico, evidentemente di gran lunga “oltre” rispetto al nostro.