E’ sempre andato di moda giocare al tiro al bersaglio con il Vaticano, ma oggi gli si spara contro a palle incatenate e non più con pallini di piccole dimensioni. E d’altronde preti pedofili, discutibili operazioni finanziarie e sconsiderate aperture all’immigrazione senza controlli, non ne migliorano certo l’immagine nemmeno agli occhi degli osservanti più fedeli. I sacerdoti sono sempre di meno e anziani e le strutture sacre rischiano la desertificazione. Se ci aggiungiamo, poi, che per inseguire il pensiero dominante di chi ammannisce la vulgata, a volte balbetta pure sul messaggio evangelico, beh, il quadro che lo vede rappresentato non è proprio dei più lucenti. C’è inoltre chi, quando si mette all’indice la violenza di certo islam, non fa altro che ripetere che tutte le religioni (ancora oppio dei popoli secondo i novelli custodi della loro indiscutibile verità e stantii eredi di Marx) sono sanguinarie e producono danni incommensurabili al mondo tutto. Per chiarire l’inaccettabile equivoco e non farli peccare gravemente ed insopportabilmente di superficialità, a tale scopo, li invito a leggere attentamente i testi sacri delle religioni monoteiste. Se non si è volutamente ciechi, si capirà immediatamente che non le si può gettare tutte nello stesso calderone. Nel caso della Bibbia, per noi Vecchia Alleanza (o Vecchio Testamento) si narra dellla storia appassionata dello straordinario cammino di un popolo verso la sua (nostra) Terra promessa. Il Nuovo Testamento (Vangelo, Atti e Lettere varie) è la “rivoluzione” attuata da Gesù, il Cristo, vero Dio e vero uomo, il Figlio di Dio, il quale, senza annullare il precedente Patto, lo arricchisce, impregnandolo d’amore estremo, con una nuova visione dell’umana convivenza, che trasforma l’obbedienza farisaica ai soli Comandamenti in fede del cuore e nell’incontro fisico e salvifico con Lui, morto e risorto concretamente nei fatti della nostra vita. Il Corano è un insieme innumerevole di precetti inflessibili, che lascia sconcertati, a dir poco. E veniamo ora all’eredità artistica lasciataci dalle tre religioni in questione. Che io rammenti, al di là di sinagoghe e moschee, anche magnifiche, non mi sembra di ricordare altro, per il semplice fatto che il credo di ebrei e musulmani vieta tassativamente la riproduzione di immagini di sorta. Al contrario la tanto vituperata Chiesa cattolica (ma anche ortodossa, se per questo) nei secoli andati non solo ci ha regalato migliaia di magnifiche strutture architettoniche, basiliche, cattedrali, monasteri, conventi, fortezze, ma le ha realizzate in funzione di scrigni contenenti capolavori pittorici e scultorei di inarrivabile bellezza, dovuti esclusivamente a quell’avvenimento unico nella storia del genere umano, in cui Dio scelse di spogliarsi della sua inavvicinabile intangibilità e si incarnò nel seno della più umile della ancelle di Dio, la Vergine Maria, facendosi in tutto eguale all’uomo, eccetto che per il peccato. Fatto mirabile per cui pittori e scultori, fino almeno al XX secolo, dettero sfogo al loro estro per rappresentare la bellezza di quell’episodio salvifico nelle loro opere, patrocinati quasi sempre da Papi, cardinali e vescovi, in qualità di mecenati. Per i meno attenti, ricordo, per di più, che oltre il 60% del patrimonio artistico mondiale lo deteniamo, anche grazie a loro, qui nel Belpaese. Se milioni di turisti ancora insistono nel venire a sopportare le nostre innumerevoli manchevolezze come italiani, lo dobbiamo prevalentemente proprio alla tanto bistrattata Chiesa cattolica. Se non paga la tassa sugli immobili, dunque, considerato che la sua sola presenza fornisce lavoro sicuro a milioni di persone nel settore turistico non è poi così grave, allora. Credetemi, nemici del Vaticano a prescindere, saremmo ancora più inguaiati come popolo e nazione se non disponessimo delle fortune ecclesiali, che sono diventate patrimonio collettivo del globo intero. Non penso proprio che i nuovi ricchi, cinesi, russi e indiani accorrerebbero in frotte a visitare gli obbrobri architettonici moderni, ultime ed inguardabili chiese comprese. Alla fine la bellezza della nostra mistica cultura vince(va) sempre sull’orrore.
Leandro Raggiotti