Egregia Assessora all’agricoltura della Regione Umbria, signora Fernanda Cecchini,
a me e a Taz, il mio socio a quattro zampe in avventure di caccia, piace vincere facile. In effetti, quando il 17 luglio 2015, pronosticammo che al 20 di gennaio 2016 avremmo trovato la sgradita conferma alle nostre già da allora certezze circa la chiusura della caccia a tordo bottaccio,cesena e beccaccia, non facemmo altro che raccontare il finale della farsa in cui siamo oramai da troppo tempo impantanati, ben conoscendo chi (…) ci rappresenta. A conferma di ciò, non faccio altro che riproporle la parte finale di quell’articolo, spedito a diversi mezzi di informazione a quella data:
“Un’ultimissima nota, però, gentile signora, gliela dobbiamo inoltrare. Quando a gennaio 2016, a dieci giorni dalla chiusura definitiva di stagione, il solito ministero interverrà sospendendo la caccia alle stesse tre specie borseggiateci appena sei mesi fa, tra cui la beccaccia, io ed il mio fido Taz, avendo stipulato un effettivo contratto con le controparti Stato e Regione, al momento dell’atto dei dovuti versamenti, non accetteremo un’altra rescissione unilaterale di quegli impegni da parte vostra e ci consideri, allora, da subito, immancabilmente inseriti nella schiera dei disobbedienti.” Se vorrà verificarne la veridicità, di quanto affermo, può controllare il testo cui faccio riferimento, qui sotto riportato.
Insomma, questa ennesima scorrettezza perpetrata a danno di noi nembrotti, assommata all’atteggiamento persecutorio assunto dalle Questure, porterà a migliaia di ulteriori defezioni. Se si considera che la caccia fa parte delle nostre inestirpabili radici agropastorali, non solo si sta producendo un considerevole danno economico agli operatori del comparto armiero, ma si sta volutamente(?) disgregando quel residuo di importante memoria storica, cui anche le Istituzioni dovrebbero tenere. Che dire inoltre? Che continuerò a “saltare” qualsivoglia associazione di categoria, stipulando una copertura assicurativa per conto mio e che mi rifugerò ancor più convintamente nel mio solitario mondo antico, ma tuttavia incredibilmente attuale, perchè, checchè ne dicano i nostri acerrimi nemici, l’uomo è e rimarrà cacciatore per la sua intrinseca natura. Una preghiera finale, gentile signora Assessora Cecchini: negli incontri pubblici, quando chi ne sa più di lei la esorta a non ripetere gli errori del passato, non risponda con frasi del tipo : “…anche il Papa ha detto che si può sbagliare fino a tre volte!”. Se chi l’ha elettoralmente sostenuta inizierà finalmente a pensarla come il sottoscritto, lei dovrà trovarsi un’occupazione adeguata alle sue reali conoscenze, e, per favore, non si inizi lo squallido giochetto dello scaricabarile delle responsabilità, che sono tutte obiettivamente di chi redige il nostro insulso calendario venatorio regionale.
E stavolta l’abbaio sempre festoso nel saluto di Taz si è trasormato in un “preoccupante ringhio”, cui aggiungo sconsolatamente il mio.
Leandro Raggiotti